mercoledì 26 dicembre 2012

Natale al volo e un po' di tempo per sè

Mai come quest'anno ci ho dedicato meno tempo. Anzi, il tempo per pensare ad albero, doni e decorazione, quindi ai bambini non è mancato, ma per il resto tutto è andato avanti da solo. Per fortuna.
Immersa come sono nel capire come ristrutturare questa casa senza svenarci (sarà difficile ma se ne parla alla prossima puntata) corro da una parte all'altra per vedere piastrelle, sanitari e cucine (alla domanda "Avete fondi di magazzino?" ricevo sguardi sbigottiti, ma se uno non può comprare l'ultimo modello?) e il tutto tra recita scolastica, cambi di stagione sempre in corso, ricerca del lavoro, prendereilbambinoallasilofacendocoinciderelorarioconlenannedellapiccola, cucinare pasti sani (altro argomento da riprendere) e molto altro. In più Giovanni e le maledette adenoidi, Giovanni e la gelosia da fratello maggiore, Giovanni e la scuola: apnee, risvegli notturni, mostri in agguato, bisogno spasmodico di attenzione. Le mie (le nostre) energie sono al lumicino e mi chiedo come facciamo ad andare avanti ancora. Ma si vede che le riserve sono molte.
Insomma, ho indossato lo stesso vestito per tre sere di seguito e pure il giorno di Natale. Era l'unico che mi stava (stava bene è troppo, stava e basta) non riuscivo a trovare alternative valide, copriva i difetti ed era abbastanza semplice ma elegante (per la cronaca è un tubino di maglia nero, con scollatura tonda). Il giorno di Natale l'ho indossato a pranzo, l'ho messo per andare dai miei e Anita ha ben pensato di lasciarmi una scia di bava mista a non so cosa sulla spalla sinistra. Ecco, sennò magari lo riciclavo a Capodanno.

Certezze. Un paio di giorni prima di Natale. "Mamma sai cosa c'è scritto qui?" dice Giovanni con in mano un vecchio biglietto d'auguri. "Cosa amore?". "C'è scritto GIOVANNI è STATO BRAVO". LA condizione per ricevere i regali, ti è entrato in testa eh?
E inoltre "Mamma, Babbo Natale porta regali solo a chi è stato buono: io, Cuzzio (Curzio, cuginetto), Anita, mamma, papà e nonno Pino e io e Cuzzio". Insistiamo, si sa mai che si dimentichi...


Domande. Il 25 pomeriggio "Mamma, ma oggi è ancora Natale?". "Si amore". "Allora magari se andiamo a vedere sotto l'albero Babbo Natale è passato di nuovo a lasciare qualcos'altro??!!".


Speranze. Oggi pomeriggio. "Mamma vorrei quel gioco". "Eh amore, e come si fa?". "Forse se chiediamo a Babbo Natale?". Magari ha lasciato indietro qualcosa...

Io amo il Natale, qualunque cosa uno ci veda. Per me è il momento di fare pulizia, di raccogliersi con se stessi, di ascoltare, rallentati nei gesti dal freddo ma con qualche secondo in più che durante il giorno manca per fermarsi e osservare, pensare, sognare. Ho fatto metà delle cose che volevo, anche per i piccoli, ma ho ben presente che sta finendo l'anno, che mi lascerò alle spalle, almeno con la data segnata sul calendario, una valanga di giornate e andrò incontro ad un altro 2mila e qualcosa. Il tempo scandito dagli eventi ha un significato, distingue, dà il passo, spinge a considerare che qualcosa è cambiato. Sono stanca ma curiosa e fiduciosa.
Spero in vacanze (o un periodo natalizio/di fine anno) che scaldino il cuore e lascino trovare un po' di tempo per sè.

Auguri di cuore!

mercoledì 28 novembre 2012

Il PUNTO della situazione.

Non scrivo un post mettendoci più di 10 minuti da giugno. Da allora sono entrata in una specie di spirale di impegni e pianificazione degli impegni successivi che mi ha letteralmente risucchiata.
CASA. Abbiamo comprato casa. Qui non ci stiamo più e chiedendo di qua e di là soldi in prestito e con qualcosa che pagheremo in anni e anni e con una botta di c.. ops, fortuna! abbiamo trovato a un prezzo inferiore a quel che c'è in giro una casa che ha più di 50 anni, con tre stanze da letto, salotto e cucina separata ecc. E pure un po' di giardino W! Insomma, spazi che non se ne trovano più così. Da ripulire, ristrutturare, adattare alle nostre - sobrie - esigenze. Un impegno immenso, non solo finanziario.
Questo mi è costato oltre 1 anno di ricerche, prima con il pancione e un lavoro e un puccino a casa, poi con la pargola di poche settimane e veder case, su e giù per le scale e il puccino e la famiglia ecc. E capire come funziona l'acquisto, quali i pacchi che ti rifilano, la psicologia degli agenti immobiliare (categoria, devo dire, attualmente non ha proprio la mia stima), lo sconforto una due tre volte... Poi, come quando si racconta "avevo deciso di metterci una pietra sopra" l'ho notata. Vista, amata, rivista, valutata, tirata sul prezzo spudoratamente, acquistata. Ora mesi di lavoro e poi vedremo.
LUI. Questa casa, devo dire, mi è costata a livello di relazione con l'Orso non poco. Ancora non abbiamo delimitato le rispettive opinioni sulla cosa. Ancora non ho chiaro quanto l'abbia fatto per me perché, se è così che dice, in realtà si capisce che gli piace l'idea, che vorrebbe più spazio per i nostri bambini, per sè. Ma lui è uno che non si sposta, che non cambia, che non affronta le novità e le variazioni, ma che soppesa, riflette (rimugina), attende. A tratti troppo, e perde il treno. Io l'opposto. Per questo si è arrabbiato, ma non è che poi, ad acquisto fatto, ci ha messo una pietra sopra. No, sembra che abbia deciso di rimanere arrabbiato per sempre e ad ogni passo falso me lo ricorda. Non è un momento facile per noi e questo mi toglie molte energie e mi fa fare brutti pensieri.
Il momento non è facile ok, io non ho lavoro, nessuno se la passa bene e non si possono fare progetti alla leggera. Ma so che abbiamo fatto un passo coraggioso e che ce la possiamo fare, se ci crediamo entrambi. Nel sesno che ci sono le possibilità per farcela. Mi sento sola, in certi momenti. Da mesi.
B come BIMBI. I miei due gioielli stanno bene, raffreddore fotonico a parte. Sono splendidi, gioiosi, pieni di vita. Giovanni ha iniziato la scuola materna, non senza qualche patema, suo e nostro, con contorno di notti insonni. Ora va meglio ma la nascita della sorella ha scatenato in lui gelosie e paure e aggressività mai espresse, siamo stati per un po' di mesi straniati da questo nuovo figlio. Ora ci siamo un po' ripresi, ma la "gestione" è meno facile di un tempo. Stiamo reciprocamente imparando.
Anita ha 10 mesi: ancora no denti, no rotolamento, no gattoni, tantomeno passetti. In compenso ha mani e gambe fortissimi, sorriso radioso, velocità e attenzione vivissime. E mammite acuta. Credo che mi stupirà a scoppio ritardato.
ME + BILANCI. Credo che TUTTO il sottile doloroso malessere che ha accompagnato la fine dell'estate e questo autunno sia dipeso dalla mancanza di equilibrio. Non, solo, esistenziale, quello chissà se mai avrà fine, ma in questo mi sento nella norma. Intendo "equilibrio dentro", dato dall'avere preso una direzione, una maniera di esprimere me stessa soprattutto in quella cosa che occupa l'adulto medio perlomeno 6 ore al giorno: il lavoro. Il problema nasce qualche anno fa, quando ho scelto di studiare Lettere e poi di fare di testa mia e tentare di lavorare con la scrittura e l'organizzazione di eventi, ma soprattutto di essere troppo idealista e fiduciosa nelle persone e, ora mi rendo conto, troppo poco ambiziosa. Dopo le prime belle esperienze snobbate perché "io potevo fare di più" sono caduta - patapunfete! - sul mio sedere appena ho capito che le mie idee, il mio essere (presumibilmente) speciale, la mia bella faccia non mi sarebbero bastate per trovare lavoro. Una perfetta pollastra, per apostrofarmi con indulgenza. Mettici che nel frattempo ho deciso di avere Giovanni e poi, pure (schiaffo alla crisi) Anita ed eccomi sgonfia come una ruota bucata, a terra emotivamente quanto professionalmente. Ma chi ti vuole dopo i 30 anni, che tanto la Comunicazione la sanno far tutti ed è il primo ramo che un'azienda taglia, appena inizia ad avere problemi? E io mi sento, alla soglia dei 40, di avere sbagliato. Fiduciosa solo nelle mie capacità, poco capace di propormi con sfacciataggine, rifiutando l'insistenza, incapace di organizzare raccomandazioni, ho sentito, sento, tutto schiacciarmi. Rifiuto per regola di vita di rimpiangere e riandare con il pensiero a quel che "avrei potuto fare", ma ammetto che qualche volta negli ultimi mesi mi è accaduto e so che avrei potuto fare scelte diverse, ora meno stimolanti ma più formative, ora che richiedevano più studio e meno improvvisazione, che mi ha sempre dato tanta carica. Ma, nodi al pettine, si salva chi ha culo (scusate..), un aggancio, o è molto molto preparato. Io sono nello stato di un po' un po' e un po'.
Bilanci dolorosi. Sto cercando ti trarne forza, chiarezza mentale e determinazione per andare avanti a cercare.
E ADESSO... Da un paio di mesi sto collaborando con due associazioni, poche ore la settimana, una mi paga e una no, entrambe piccole ma vitalissime, chissà che ne uscirà. Per ora prendo poco, ma mi è servito per ripartire e misurarmi con la nuova me stessa (ogni figlio un piccolo terremoto e tutto è stravolto) e di nuovo con gli altri. Invio CV da mesi, con impegno alternato causa impegni familiari e di cui sopra. Da gennaio si parte con un piano d'attacco strutturato, qualcosa ne deve uscire. Fino pure a tornare a fare la cameriera, come quando avevo... la metà degli anni di adesso!
POST e COMMENTI. Ho scritto poco, a parte qualche eccezione, la più triste per Erica. Ho letto e saltuariamente commentato, in questi mesi, in altri blog. Soprattutto quelli che sono nell'elenco qui accanto ma non solo. Vorrei promuoverlo, il blog, ma il tempo stringe sempre e se devo scegliere tra un gadget o la partecipazione a qualche iniziativa e il cambio stagione degli abiti o la preparazione di una cena nutriente non ho dubbi. Eppure c'è chi legge. E a me fa sempre strano parlare a distanza con persone che magari mai incontrerò ma con le quali condivido tanto, in quel momento.
Ora Anita dorme, il pranzo è pronto, ieri ho lavorato tanto e poi mi son presa un po' di tempo per me. Ho aperto il blog, ho sbirciato questo post e sono arrivata qui e oltre ad avere scoperto il blog di un'amica con cui ho collaborato per la raccolta pro-Emilia (la rete è piccola ;-) ho letto come le avessi scritte io certe parole che descrivono un modo d'essere (Genti strane). Non di atteggiarsi, proprio d'essere. Il fatto è che sei così a 15 anni passi, a 25 e magari sei belloccia te la fanno passare. Ma a 40 no, non puoi più, è più difficile, te lo rinfacciano, a volte con cattiveria. Quando non sei tu a sentirti fuori posto e a dire "Ma cosa ho combinato fino a qui?".
Oggi ci ho voluto un po' credere e ho lasciato tutto quel che avevo da fare e mi sono raccontata. Non so se è proprio "il PUNTO della situazione" ma ora mi sento più libera di raccontare il quotidiano da oggi in poi. I mesi trascorsi erano troppo pesanti per non essere ricordati qui e mi tiravano giù come un'ancora.

mercoledì 14 novembre 2012

Tutta apparenza...

Ecco, avevo 15 minuti per scrivere ma non sopportavo nè i colori nè l'impressione generale del blog, risistemato di fretta qualche gorno fa.
E' ancora molto semplice ma questa scelta mi trasmette maggiore armonia. Da qualcosa dovrò pur cominciare.
Anche se non scrivo leggo. E poi sto vivendo a mille, anche se frenerei un po', volentieri.

mercoledì 10 ottobre 2012

Ciao Erica

Nel pochissimo tempo che ho ultimamente, avrei voluto ritagliare pochi minuti per scrivere ben altro, ma invece voglio urlare il mio dolore immenso dalla pagina del mio blog perché l'ennesima donna uccisa a coltellate dal compagno depresso la conoscevo.

Con Erica abbiamo condiviso la prima maternità, durante alcuni incontri del corso preparto e poi dopo, durante un paio di casuali incontri in giro per la città.
Dieci anni meno di me, un caschetto strano avevo pensato, con la frangetta alta, viso asciutto, muscoli nervosi. Mi era capitato di pensare che forse faceva danza, o arrampicata. Sorrideva, diretta, anche con gli occhi. Le foto non le fanno onore e poi ormai a che servono. C’è tanta gente che sorride, ma lei era felice mentre parlava, le fioriva il viso, si muovevano ipercettibilmente le narici, l'energia la inondava quando parlavamo delle nostre adorate pance. Giovane e veloce, si capiva che viveva la maternità come un trampolino per afferrare la vita, felice di questa figlia, felice di vivere. Io mi sentivo allo stesso modo e avevamo goduto della reciproca felicità scambiando chiacchiere al volo, come quando ci si incontra per caso e ci si piace ma si sa che non ci si risentirà.
Lui depresso. Io se sto male chiedo aiuto, al massimo mi faccio del male. Ma non sfogo su altri il mio dolore. Tantomeno con quaranta (quaranta!) coltellate. Tanto folle da non rendersene conto? Non sarò io a deciderlo, ma il dubbio è lecito.
Mi sento un po' più sola. La piccola ha la vita segnata con un solco.
Non aggiungo altro ma non penso ad altro da giorni.

L'immagine viene da qui.

giovedì 4 ottobre 2012

Riprendere il passo

Riprendo il passo non so quando non so come ma intanto cambio la foto con una che amo.

A presto

martedì 18 settembre 2012

E son trentanove...

Ma dove sono stata gli ultimi... 9 anni? All'incirca dopo i 30 c'è stata un'accelerata incredibile. Di cose ne ho fatte ma gli anni sono volati!

E questo è l'anno in cui ho ricevuto meno auguri. Ma conosco la spiegazione: abbiamo tutte e tutti figli, lavori e impegni vari. In compenso li ho avuti da chi volevo, e speciali. E non è poco.

Tanti auguri a me e a risentirci presto con racconti e foto.

Per ora, il mio biscottino che si scatena con l'ultima pioggia


venerdì 3 agosto 2012

Lavorare male

Letture estive di blog, al volo come i miei post, tra una valigia e l'altra per le nostre vacanze a spizzichi su e giù dal mare.

Paola Natalicchio nel suo bel blog Il regno di Op racconta l'ennesima incredibile ingiustizia italiana. Sembra che un farmaco che salva la vita ai bambini leucemici possa al più presto sparire dal mercato italiano perché l'azienda francese che lo commercializza ha avuto dei problemi, quindi la distribuzione è rallentata, i prezzi aumentati, e domani chissà.

Fa bene (fa male) leggere queste storie, ma mantiene svegli, all'erta.
Per me è ancora inconcepibile che chi è malato, ancor più bambino malato, non abbia la certezza della cura (se esiste). Ma tenere a mente che non è sempre così rende più pronti alla reazione, forse.
Come al solito segnalo e saluto con un po' di peso sul cuore.

Un bacio a tutti i piccoli guerrieri del regno di Op

martedì 31 luglio 2012

Vacanze intermittenti

Siamo in vacanza, il che significa bambini a casa - Giovanni un po' qui e un po' al mare con i santi nonni - e impossibilità di avvicinarmi al computer in autonomia per un periodo superiore alla scrittura di tre righe tre...
Il caldo della città quest'anno mi pesa, sarà la generale stanchezza, sarà che la mia Anita ancora si sveglia un po' spesso di notte, ma il sonno mi rende poco serena.

Siamo stati qualche giorno in Alto Adige per cambiare aria, scaldare i muscoli, respirare a pieni polmoni e riempirci gli occhi di verde, come penso abbia fatto anche Mamma in Verde, che ne scrive qui. Una meraviglia.
E tra qualche giorno si parte per una settimana al mare, in Croazia, zona Quarnaro. Saremo ospiti di amici con bebè, sarà più facile trascorrere il tempo assieme.

Non abbiamo di che lamentarci!
Ci aggiorniamo a breve, spero.

Buona estate a tutte/i!

martedì 19 giugno 2012

Aggiornamenti sul tremare sulla terra e nella vita

Perdonate il titolo banalmente suggestivo, ho troppo caldo per essere ispirata.

Del terremoto in Emilia e della mia piccola mobilitazione di amiche e qualche associazione: pacchi e pacchetti son partiti alla volta di S. Giovanni in Persiceto e altrettanti partiranno a giorni alla volta di altri comuni bisognosi, da definire. L'incertezza sta nella difficoltà di trovare contatti in loco, che se c'erano non sempre sono rimasti gli stessi, tanto sono travolti - mi pare di capire, perché sono informazioni restituite da altri - dalle incombenze, dai pacchi di abiti, cibo, generi vari, dal dolore e dalla disperazione (mi raccontavano di intere famiglie disinteressate alle scatole appena arrivate, nonostante non avessero più nulla, e che non avevano lo spirito nemmeno per indicare dove mettere le cose). Io non so cosa farei in questo caso, forse sarei anche io travolta dal dolore. O no, visto che ho i piccoli e ti danno un obbligo pazzesco ad avanzare, ogni giorno. Sono giorni che penso che vorrei essere più libera per raggiungere le zone dei campi con le tende e magari farmi un mese a riordinare, intrattenere, confortare almeno con l'ascolto. Io, che poi torno nella mia casetta vecchiotta ma ancora in piedi e ho tutte le mie cose a posto e non sotterrate sotto cumuli di pietre frantumate.

Scosse, le altre, che non distruggono muri di case ma minano la mia serenità e soprattutto la mia stabilità di persona sono quelle della mia famiglia, di mia madre in particolare. Un amore immenso eppure incapace di capire e che avanza come una schiacciasassi, da sempre. Di recente l'ennesimo episodio, proprio quando credevo di avere frapposto la giusta distanza. Invece non basta mai.
Eh. Va così.

E ora una valanga di foto dei miei amori a riassunto delle ultime settimane. Non basterebbe un album intero per raccontarci, ma se non ho il tempo di scrivere almeno scatto. Foto orrende secondo l'Orso, ma almeno racconto. E un giorno le guarderemo con l'occhio lucido...






SESSIONE DI DANZA LIBERA





PICCOLI LETTORI CRESCONO...



CUGINI PER LA PELLE



ESERCIZI DI EQUILIBRIO CON AMBITISSIMI STIVALETTI PRO-POZZANGHERA

NdR: quando hai 3 anni e vedi delle pozze per strada e capisci che non ci puoi scomparire dentro, in quell'acqua marroncina, ma che se ci sbatti il piedino forte fa tutta una chiazza attorno e gocce e rivoletti che cadono. e senti la voce di mamma e papà che si alterano "no che ti sporchi, no che sporchi le persone che passano...", tu che fai? la corsa a tutte le pozzanghere nell'area circostante! e così sempre, fino a che non le hai quasi svuotate tutte. quindi un giorno la mamma si decide e andiamo a comprare dei bellissimi stivaletti e aspettiamo la pioggia che arriva, scrosciante e poi andiamo al parco, a pestare tutte le pozzette d'acqua possibili. e poi viene fuori il sole, quasi dispiace...
è venuta quasi voglia anche alla mamma, mi sa che me li compro anch'io!




LA MIA PRINCIPESSA



PRINCIPESSA CON ADORATA ZIA ALE





DOMENICA MATTINA DI COCCOLE



FELICITA' ASSOLUTA PER UN GIRO SULLA GIOSTRA





Quest'ultima foto proprio non vuole stare al suo posto...
Mi sa che la lascio così, fa sempre parte del loro mondo.

Auguro a tutte/i una buona settimana.

Ah e, se leggete, un saluto non è mai sgradito.
Scrivo per me ma anche per chi mi legge e mi fa piacere sapere che ci siete.

Giorgia

giovedì 7 giugno 2012

Tremare insieme: diamoci da fare

Due righe per dire che mi sono buttata in questa cosa della raccolta abitini e come sempre è ben più impegnativa di quanto pensassi. Ma la soddisfazione è grande.
Racconterò presto come è andata.

Baci e un abbraccio all'Emilia tutta e a chi l'aiuta

giovedì 31 maggio 2012

Tremare insieme

Tremano tutti, con il terremoto, per le scosse e la paura, ma c'è chi trema di più.



Il 20 notte mi sono svegliata improvvisamente, ho capito subito che il rumore provocato dal nostro scricchiolante armadio era qualcosa di diverso dal solito, ho svegliato l'Orso "Il terremoto!!!", sono volata ai piedi del letto a prendere Anita che dormiva beata, lui è volato nell'altra stanza vicino a Giovanni ma non l'ha sollevato, abbiamo atteso la calma. Che fortunatamente è arrivata pochi secondi dopo. Fortunati noi.
In quei secondi ho pensato: ciabatte per correre più veloce, pannolini per i bambini, una coperta perché è notte. Magari non sono le cose più utili, ma son quelle che mi sono venute in mente. E poi nei giorni successivi, la mattina, il pomeriggio. Ogni volta il cuore va in gola e penso "I bambini!".
E' terribile quello che è successo, l'Aquila e l'Abruzzo e ora l'Emilia. A un passo da noi e così tanta sofferenza.

Non riesco ad immaginare cosa proverei a perdere tutto e a guardare i miei figli e non avere di che dare loro, oggi e domani.

Segnalo quindi alle mie (sparute :-) lettrici e lettori due iniziative di cui ho avuto notizia.

Dal blog Nati x Delinquere la segnalazione dell'iniziativa dedicata all'Emilia di quest'altro blog cuoredimagliablog.
Si tratta della raccolta di (copio dal blog):
- golfini 0/3/6 mesi in cotone
- pantaloncini 0/3/6 mesi in cotone
- pupazzini da mettere nelle culle
- lenzuolini da lettino e da culla
- bavaglini
- accappatoi da neonato

Io che in questi giorni sto archiviando montagne di roba da distribuire tra le amiche future mamme ce la faccio certamente a ricavare almeno una borsetta di cose da donare e come me chissà quante altre. Quindi diamoci da fare!
Di mio dopo invio una mail alle altre mamme e chissà se riusciamo a raccogliere una bella scatola da inviare.




Inoltre l'azienda di prodotti naturali Remedia ha deciso di sostenere le popolazioni terremotate offrendo gratuitamente loro il Rescue Remedy, il rimedio floreale contro gli stati di agitazione e ansia. Qui potete trovare dove e come. Se avete amici o conoscenti nei paraggi approfittate dell'offerta, collegatevi e fatene richiesta. Può rendere la situazione un po' più "sopportabile" o almeno sostiene, per non precipitare - comprensibilmente - nella disperazione.

Mi rendo conto che segnalo due iniziative nel mare di atti importantissimi, ma sono quelle che vedo ora che sono collegata e mi sembrano utili.

Un pensiero forte e caldo a chi è lì.

mercoledì 23 maggio 2012

Un uomo che manca


23 maggio 1992


CHI TACE E CHI PIEGA LA TESTA MUORE OGNI VOLTA CHE LO FA, CHI PARLA E CHI CAMMINA A TESTA ALTA MUORE UNA VOLTA SOLA.
(G. Falcone)

- Wikipedia
- Repubblica
- ultima intervista (non da i brividi... "ultima"?!!)

martedì 22 maggio 2012

Il Regno di OP è un libro



Ricordate che qui ho scritto del blog di Paola e dell'avventura sua e del suo bambino e della loro famiglia nel reparto di Oncologia Pediatrica.
Ora il blog è diventato un libro e ne potete avere spiegazioni e un assaggio di lettura qui.

Auguri Paola e spero di ascoltarti presto.

venerdì 18 maggio 2012

SUPERme, SUPERtutte

Bellissimo invito da Nina, che lo coglie da Quandonasceunamamma. Arrivo in ritardo, ma solletica talmente tanto il mio ego di mamma e donna un po' maltrattato ultimamente che lo proseguo, sperando sia divertente e utile comunque.


Allora, ci si chiede di elencare 10 cose in cui siamo SUPER, a nostro parere o secondo altri, importante è che siano segno di... grande abilità! Mica facile eh, mentre leggevo la lista di qualcun'altra dicevo "Eh anch'io" ma se poi voglio essere originale devo ammettere che ci devo pensare un attimo di più. Quindi ho scritto su carta la lista e l'ho osservata un po' (qualche minuto, ovvio, non ho assolutamente altro tempo!). Ecco il risultato.

1. Sono Super perché non mollo e insisto per raggiungere i miei obiettivi
2. Sono Super perché in passato non l'ho fatto (cioè ho mollato) e ho perso qualche buona occasione ma dopo essermi ben leccata le ferite ho rialzato la testa
3. Sono Super perché ogni giorno mi impegno per fare tesoro dell'esperienza
4. Sono Super perché tengo duro e mi piango pochissimo addosso (eh insomma, al no totale non ci sono arrivata ma è un obiettivo!)
5. Sono Super perché non mollo le persone, non solo gli amici ma cerco di esserci in ogni momento
6. Sono Super perché ho un grande entusiasmo, in ogni situazione e contesto
7. Sono Super nell'osservare e ricordare i particolari anche a distanza di tanto tempo (mio marito dice che potrei cercare lavoro nella polizia o al casinò)
8. Sono Super perché cucino con passione e mi viene pure bene
9. Sono Super perchè riesco a camminare di buon passo con tacco 10 e pure un bambino in braccio
10. Sono donna. Che sono Super è sottinteso (mutuato da Nina, fantastico!)
(11. Sono una SuperMamma perché per essere mamme bisogna essere brave, ma per esserlo al giorno d'oggi siamo MammeSuper!)

“Con questo post partecipo all’iniziativa #10coseSuper e acconsento al trattamento a fini statistici del testo pubblicato e alla sua eventuale pubblicazione, con citazione, nel testo di presentazione conclusivo dell’iniziativa”

Ora mi sa che scatta la riflessione su quel che ho scritto. E' un periodo un po' duro questo, quindi mi farà bene rotolarmi in un pizzico di autocompiacimento e auto-lodi. Solo per un po'eh...
E voi, in cosa siete SUPER? Un abbraccio a tutte.

giovedì 10 maggio 2012

Straordinaria dote

Io ho la straordinaria ma fortunatamente saltuaria dote di trovare la frase meno calzante nel momento meno adatto.
Guarirò mai da ciò? Sigh.

mercoledì 9 maggio 2012

4 mesi d'ammmmore (+ 1 giorno)


Accidenti, non è la tua foto migliore, ma è il tuo tipico sorriso, mia adorata Anita.

AUGURI per i tuoi primi splendidi 4 mesi di vita!

mercoledì 2 maggio 2012

Un altro blog: Il regno di Op

Sveglia dalle 6, ancora in camicia da notte, Anita dopo la poppata si è addormentata, Gio al nido e il papà al lavoro.
Ho certo poco tempo, ma una scorsa al blogroll mi da l'occasione di iniziare a scrivere due righe su ognuno dei blog che seguo.

Non è il primo inserito, ma certo uno dei più "forti" da seguire.

Il regno di Op sta per Oncologia Pediatrica. E già qui una stretta allo stomaco.
Ricordo di avere iniziato a leggerlo con curiosità priva di morbosità e un grande timore. Mamma di bimbi piccoli non vado in cerca di quel che potrebbe accadere loro, già mi faccio troppi problemi nel quotidiano, senza ansietà ma consapevolezza.
Lo scrive una mamma, giornalista, persona sensibilissima e intelligente. Al suo bambino all'età di un anno e mezzo è stato trovato un tumore, allo stomaco. O, come scrive lei, è rimasto "intrappolato nel regno di Op". E di questo regno lei descrive l'aspetto, le dinamiche, ma soprattutto le emozioni e le avventure. E non ci sono fronzoli, ovvio, non è una sede e non è una condizione per mezze misure.
Mi sono chiesta con franchezza se lo leggo per dirmi poi un consolatorio "c'è sempre una situazione peggiore", ma mi sono scoperta più forte dei miei timori. Parole così semplici e affilate e pregne mi sembrano le uniche che possono spiegare come affrontare una tale esperienza, dopo - immagino - avere molto pianto, e - immagino - essersi chiesti "Perché, perché, perché a lui???". Forse ognuno di noi farebbe così oppure no, ma leggere queste parole dà una speranza sulla forza che potremmo trovare ognuno dentro di sè.
Circa dieci anni fa, da volontaria A.V.O. ho trascorso per quasi un anno la domenica mattina in ospedale, pediatria. Un reparto generico, varie malattie. Facevo giocare e giocavo con i bambini, perlopiù piccoli. Essendo domenica c'erano quasi sempre i genitori. Ero più giovane, carica, idealista. Ogni giorno me ne tornavo a casa con un carico pazzesco di emozione, ma nulla a che vedere con quello che provo ora, che sono madre.

Grazie mamma Paola (e al papà) e un mare di amore al tuo piccolo Angelo.

sabato 28 aprile 2012

Poesia in punta di matita

Mi girano segnalazione di un giveaway. Non ho mai partecipato, ma è così veloce stavolta...
Cito l'indirizzo del sito dell'illustratrice perché i suoi disegni sono realmente poetici.
Non so se ne posso usare uno, quindi riporto una delle foto del sito, ma vale la pena vederli.



Per chi è incuriosito/a ecco l'indirizzo:
http://officinamezzaluna.weebly.com/1/post/2012/04/giveaway-di-primavera.html

I piccoli dormono, io un veloce collegamento alla ricerca di conferme che non arrivano. Ma devo avere pazienza.

Buonanotte

venerdì 27 aprile 2012

Ora (e ieri, e oggi e domani) sono più sola

Non è un bel post, ma sono collegata per altro e rubo qualche secondo per segnalare questo. Mi manca il fiato se ci do la giusta attenzione. Invece penso sempre "a me no, alle mie amiche no, a chi non si caccia nei guai no". Invece NO. Scriverò di cose liete presto, spero.

sabato 7 aprile 2012

Vento

Riemergo da un'intera settimana di gastroenterite e faringo-tracheite dei piccoli solo per riportare quel che ha detto piagnucolando mio figlio stamattina, mentre un forte e caldo vento soffiava invadendo anche il nostro terrazzo: "Aaaah, nooo, il vento mi porta via i capelli!!!". L'avrei mangiato di baci. E l'ho fatto. Poi l'ho rassicurato. Ma il mio cuore fremeva come ogni volta che i miei piccoli, facendo qualcosa puramente "da bambini" mi sconvolgono dalla tenerezza. Si piantava un pomodoro datterino in vaso stamattina, esperimento già riuscito qualche anno fa, ora si riprova per Giovanni, è suo e lo annaffierà lui, ma soprattutto ne raccoglierà i frutti.
il vaso
la piantina
il tocco del giardiniere-capo E ora attendiamo i primi rossi frutti!

martedì 20 marzo 2012

Gnam, crocchette di miglio

Eh eh, ora che sono davanti allo schermo e ho cliccato "nuovo post" Anita ha deciso che la nanna è finita. No problem, il tempo di fare copia e incolla di un pezzo della mail scritta a Giulia (Giu se ti vengono bene lasciami due righe :), che ha assaggiato le crocchette di miglio e me ne ha chiesto la ricetta e saluto.

Direttamente dal ristorante vegetariano Luna Nuova, con qualche mia considerazione dopo averla preparata più di una volta.

400 g miglio
2 cipolle
8 carote
3 zucchine (o in inverno mezzo cavolo cappuccio)
olio e sale
rosmarino tritato fine
alloro
tamari

Premetto che ne vengono parecchie, consiglio di iniziare con metà dose di tutti gli ingredienti, a meno che in famiglia non siate in 8.
Soffriggere la cipolla in poco olio, con l'alloro, versarvi le carote tagliate a rondelle/pezzi piccoli, e dopo 10 minuti le zucchine e il rosmarino.
Io uso varie verdure a seconda di ciò che ho in casa, basta non spappolarle e non fare assorbire loro troppa acqua. Cuocere il tutto salando alla fine. Poi frullare e unire al miglio, correggere con sale e tamari.
Il miglio è stato sciacquato e poi scaldato in una pentola con un cucchiaio d'olio, poi coperto con acqua calda o brodo caldo per 2 dita e fatto cuocere per circa 15/20 minuti fino a che non si asciuga l'acqua.
Fare delle palline (io uso le ciotoline bagnate d'acqua), infornarle dopo averle cosparse di pangrattato, per 20 minuti a 200°. Il segreto, letto chissà dove e che ora applico sempre, è mescolare al composto di miglio e verdure un paio di cucchiai di farina bianca setacciata, che crea un po' di colla, con l'amido, e rende più facile dare la forma alle crocchette.
Servirle con la salsina di yogurt, di cui non ho la ricetta ma è giallina, credo abbia un pò di circuma.
Squisite squisitissime, facili e sane.
Le ho preparate un paio di settimane fa con un avanzo di piselli e finocchio a cubetti. No foto ma ve le consiglio.

Mentre scrivevo altre cose al pc ho gustato pescando dalla ciotola le polpettine di spinaci e tofu preparate domenica (ricetta a breve), mi sa che ora riordino e faccio una passeggiata sull'argine con la pupetta, tanto oggi siamo sole solette fino a quando non torna il piccolo unno, alle 16. Finalmente possiamo uscire con giacche e sciarpe più leggere e stare al sole a farci scaldare le guance. Ciao!

giovedì 15 marzo 2012

In questo momento

Ho tenuto diari per anni, in adolescenza, poi non ce l'ho fatta più, a raccontare me stessa. Qualcosa era cambiato.
Ma quelli a venire sono stati gli anni in cui finalmente ho tirato fuori quel che ero, che sono, che vorrei essere (non dico d'esserci riuscita ma ho intrapreso il cammino!).
Scrivere era però ora mi sembrava uno sforzo quasi di violenza, che mi sono imposta per poco. Non riuscivo a condensare ciò che provavo nelle parole, la vita mi scorreva attorno troppo veloce, dopo anni di osservazione "da fuori" (Daniela, amica persa per strada, una volta ha detto che io mi esprimevo "in terza persona", descrizione molto azzeccata).
Non so cosa sia cambiato ora, certamente i figli sono un buon modo per dare il ritmo, per me sono stati una cura disintossicante. Giovanni mi ha riportata alla base, all'ascolto delle mie necessità, a seguire quel che meglio mi rappresenta, in ogni ambito, emozioni scelte percorsi legami...
Forse per questo riesco a scrivere un po' in questo blog aperto più per curiosità che per altro. Mi dispiace avere poco tempo per farlo, pochissimo, la giornata scorre 7 - 22 (più poppate notturne) senza sosta. E lascio anche qualche riga in un diario di carta, come ai vecchi tempi.

In questo momento: ri-mamma da poco più di due mesi, ri-disoccupata da poco più di uno (scaduto il tempo determinato, Monti come fai a dire che l'indeterminato è noioso? lo sarà per chi può scegliere...), in cerca di una micro-casa meno micro di quella in cui stiamo (senza un'idea di come pagarla ma da qualcosa partiremo), quasi completamente dedicata nell'ordine: ai bambini, alla gestione della casa, alla famiglia in generale, al marito, a me al mio presente e al mio futuro se avanza tempo.
Ma felice, pur con tutti i problemi di salute, di soldi, di futuro sono felice. Perché ora partecipo alla mia vita, non rimango a guardare le cose da fuori.
Quest'anno sono 39, a settembre. Dicono che io non li dimostri e credo un po' sia vero, ma me li sento, pesanti. Ma è una pesantezza dolce, di esperienza e passione, molti errori e ferite, ma mia e non me la toglierà mai nessuno.
Solo una cosa rimpiango un po'dell'infanzia: la fiducia immensa nel futuro.

Lascio una foto di me, bimba di 5 anni credo, con mio fratello. Ai piedi le scarpe ortopediche, i riccioli ribelli, la fierezza davanti al fotografo.
In questo modo partecipo anche al Rovinarsi crescendo Day






Ciao e buona vita!

giovedì 8 marzo 2012

Ma che la Festa cominci davvero... : commento.

Ieri sera ero troppo di fretta ma volevo essere sicura che chi passava nel mio blog oggi (a proposito, c'è qualcuno?) avrebbe trovato qualcosa per l'8 marzo.
Non per la festa in sè, che è un pretesto, perché il valore della donna vale tutto l'anno, ovvio, ma perché se data ci deve essere che non scorra senza un commento, che sia da stimolo all'ennesima riflessione.

Innazitutto riporto il testo del post citato, per vari link rimando al blog.

Sarebbe bello che per questo Ottomarzo le cose andassero un po’ diversamente. Che per una volta non toccasse alle donne elencare di tutti i guai causati a questo Paese da un’irriducibile “questione maschile”: il monopolio, come lo chiama Chiara Saraceno, dei posti di potere, l’applicazione di cospicue quote non scritte (tra l’85 e il cento per cento) a favore degli uomini.
Sarebbe interessante che stavolta fossero i nostri colleghi giornalisti, opinionisti e blogger, a dire I care.
A scrivere: la violenza e il femminicidio sono un mio problema, e rivelano l’incapacità della sessualità maschile di liberarsi dalla tentazione del dominio.
Come posta un lettore, Claudio Losio, sul blog Il corpo delle donne, commentando la vicenda della ragazza stuprata da un militare a L’Aquila, «il quadro che ne esce ci riporta indietro di 30 anni, al documentario di Tina Lagostena Bassi sul processo per stupro. La giovane studentessa dell’Aquila è nostra figlia, dobbiamo trovare il modo di sostenerla e proteggerla».

I care: è un mio problema di uomo lo sfruttamento commerciale e mediatico della bellezza femminile, che indebolisce le donne inchiodandole a stereotipi umilianti.
È un mio problema che l’agenda politica e quella economica siano decise quasi esclusivamente da vecchi maschi che bloccano qualunque innovazione per il loro vantaggio personale.
È un mio problema la mancanza di welfare e di servizi, freno all’occupazione femminile e allo sviluppo.
È un mio problema l’eccesso maschile che sta danneggiando tutti, donne e uomini. E serve anche il mio impegno perché le cose cambino.
Sarebbe bello.

(...)

Postato in contemporanea da – Contemporaneously posted from:
Giovanna Cosenza, Femminile plurale, Ingenere, Ipaziaevviva, Marina Terragni, Lorella Zanardo.

Fine citazione.


Vero, sarebbe bello che per una volta la prima parola fosse maschile, e poi la seconda e la terza... Che non fosse necessario passare sempre sopra a tanti piccoli segnali di disattenzione, quando non di sopraffazione.

Ora che ho avuto una figlia, ma anche prima, che la prospettiva era di educare un maschio, mi sono chiesta qualche volta come farò, tra gli altri insegnamenti, a trasmettere loro la giusta misura della presenza femminile, la consapevolezza che i generi sono due ma per la terra siamo tutti uguali, che pari dignità significa che c'è posto tanto per me quanto per te e che le opportunità devono essere con-divise. A Giovanni vorrei fare capire che avrà di fronte un essere come lui e al tempo stesso diverso, a cui offrire il massimo rispetto, a partire dalle donne di casa. Ad Anita vorrei insegnare l'amore per se stessa come pietra di paragone per tutto: io l'ho imparato molto tardi e ho combinato qualche guaio per non averlo capito prima. E' proprio necessario avere coscienza del proprio valore e dei propri obiettivi per agire al meglio e realizzare se stesse.
Come fare? Non ne ho assolutamente idea. So solo che è ciò che ora credo giusto, quindi ci proverò.
Stamattina una cara amica, che sto scoprendo pian piano, nonostante la conosca da più di vent'anni, mi ha inviato questo messaggio sms:
"Vorrei che le donne avessero potere non sugli uomini, ma su loro stesse", Mary Wollestonecraft.
Leggendolo mi è tornata in mente la sensazione mille volte provata di sbandamento, di non avere punti di riferimento scelti da me, ma solo appresi dall'esterno. Ecco, vorrei che mia figlia e molte altre donne non dovessero provarla mai e che sapessero invece fare leva sulle proprie immense risorse.

E allora: Auguri a tutte le donne!

mercoledì 7 marzo 2012

Ma che la Festa cominci davvero...

Mi prendo in anticipo per la data di domani e linko a questo post di Loredana Lipperini nel suo blog, (ma non solo).

A domani, spero

venerdì 24 febbraio 2012

Di corsa!

Sono giorni di corse e corse, sempre con la mia piccolina a fianco.
Visto che il tempo si è fatto clemente, grazie a un tiepido sole, siamo uscite in passeggiata, ma anche a sbrigare commissioni in sospeso, a trovare i nonni, a gironzolare per agenzie immobiliari sognando di trovare una casa tutta per noi.
Sono esausta ma soddisfatta. Per questa settimana so che ho dato il massimo.
Ieri, dulcis in fundo, lavaggio tappeti della cucina, che tra un po' iniziavano a camminare da soli. E li laviamo almeno ogni tre o quattro settimane eh, ma cucina + bambini è un binomio esplosivo! Allora, mentre la mega-lavatrice a gettoni lavava, io che ero in giro con Anita da qualche ora l'ho cambiata sul tavolone dove si ripiegano i panni.

Et voilà, piccole gambe al vento


Ma non posso mancare di mostrare anche il primo carnevale del mio piccolo uomo, convinto di essere vestito da mucca ("Mucca, mamma!"), con l'abito da dalmata prestato dai cuginetti. Qui siamo all'asilo nido, nel suo mondo di amici, scatenato...



Oltre a tutto ciò ho regolarmente cucinato e presto vorrei inserire qualche ricetta.
Presto, chissà...

Giorgia

venerdì 17 febbraio 2012

Lasagne. A proposito di modelli e di maternità (...)

Questa settimana, la prima a casa sola con Anita, senza padre e figlio malati e ipercinetici o moribondi (indovinare a chi vanno i rispettivi aggettivi :-) mi sono collegata parecchio. Tante cose in sospeso da chiudere, ricerche da fare e il piacere di non essere interrotta 100 volte al secondo.
Mi piacerebbe leggere di tutto un po' di più ma una cosa che non riesco a seguire e mi manca molto sono i siti che affrontano le questioni di genere. Quello a cui farò riferimento a breve, Lipperatura, non appartiene alla categoria, non esplicitamente almeno, ma ne scrive spesso e molto bene. Tra l'altro l'autrice è la conduttrice radiofonica Loredana Lipperini, che seguo via radio, il pomeriggio, quando posso, a Fahrenheit.
Ma stamattina mi sono soffermata sull'ultimo articolo del suo blog e non potevo non citarlo.
Si intitola Lasagne, sottotitolo A proposito di modelli e di maternità (...).. Lipperini scrive riferendosi a un articolo uscito oggi su Repubblica, che riporta i risultati di un'inchiesta del Wall Street Journal, che ha messo a confronto i tanti modelli proposti alle donne dal mercato editoriale, in particolare per quelli dedicati alle madri. Risulta che quelle italiane sono e rimangono "senza eguali al mondo". Si cita, come da manuale, "l´invidia per i manicaretti che cucinava la madre italo-americana di un (...) amico d´infanzia [dell'autore dell'articolo]". Eh, vedi che si casca sempre su le tette, i bei fianchi, riempire la panza e poco altro?
"L´eccellenza italica rischia però di essere un cliché e forse una trappola.". Sono d'accordo, anche perché non considero la ricchezza di ricette regionali e la bravura delle donne italiane in cucina ragione d'eccellenza, sono altri gli standard per cui vorrei il nostro paese fosse conosciuto e stimato (letteratura, arte, politica, scienza ecc).
Seguono citazioni di studiose, intellettuali, blogger italiane che a vario titolo si occupano di maternità che rifiutano questa identificazione "mamma italiana uguale accudimento uguale manicaretti uguale la preferita in assoluto", che mi trovano tutte d'accordo.
Io. Quando è nato Giovanni ho continuato a cucinare a tutto spiano perché adoro farlo, appena ho potuto sono tornata a indossare i tacchi e le gonne aderenti e non ho mai rinunciato al rossetto rosso e a cercare lo sguardo di ammirazione di mio marito (che viene raramente, ma questa è un'altra storia). E ora che c'è Anita ho intenzione di fare lo stesso, certo, con le energie che mi rimangono dall'avere una figlia in più, tre anni quasi di corse ecc. E con entrambi cerco di essere tanto dolce quanto severa, ambiziosa quanto rispettosa, di programmare e improvvisare. Insomma, non ho schemi di comportamento che considero "italiani" ma faccio quel che posso con quel che ho.
Ad esempio credo che se molte donne (famiglie) italiane potessero avere un asilo nido a disposizione vicino a casa, da pagare a un prezzo corretto, si assisterebbe a una naturale emancipazione di molte donne che fuori casa e con uno stipendio maturerebbero certamente l'autonomia fisica e mentale che molte investono, loro malgrado, in cura della famiglia. Altro che "naturale passione per la cura dei figli". E io intanto sono di nuovo a casa per scadenza ennesimo contratto, tanto per dire che so di cosa parlo.
Oppure se si assistesse ad una programmazione della Rai che invece di dar tanto spazio all'inguine superdepilato e decorato da farfalle di una show girl (vedi Sanremo 2012) magari mi proponesse qualche programma sull'eccellenza, quella si, delle scienziate italiane, o sui percorsi di emancipazione femminile in Italia, o su un Report qualunque, moltiplicato per tante trasmissioni. Ma qui mi interessa meno, avendo rinunciato alla TV.
Quel che intendo è che non mi riconosco nemmeno io nella categoria citata. Andrò a leggere l'articolo e se necessario aggiungerò qualche commento, ma per ora mi sembra che sia sempre la solita storia: di mammà ce n'è una sola ecc ecc.
Ma quando mai? Io voglio parlare per me.

sabato 11 febbraio 2012

La gravidanza e il Parto/2

Ad un mese e qualche giorno dalla nascita di Anita aggiungo qualcosa sull'argomento perché come mi capita sovente (mio malgrado) ne ho scritto troppo di fretta e ho perso un po' dell'immenso valore di questa esperienza.


La gravidanza è stata poco "vissuta" rispetto alla prima, di Giovanni. Fuori casa per lavoro dalle 9 alle 17, fino a un mese prima di partorire e con un prima e un dopo fatto di un altro bambino, la casa, la gestione delle nostre vite, ho ascoltato la mia panciona troppo poco. Questo mi pesava moltissimo, ho avuto qualche momento di crisi bello grosso, ma non avevo scelta e ho pensato spesso che anche Anita avrebbe dovuto trovare il suo modo di stare nella situazione in cui si era trovata. Intendo che io avevo fatto del mio meglio, ma questa è la famiglia in cui è capitata e questa la mamma e quindi ho sempre sperato che comunque lei, lì dentro, trovasse la sua serenità. E tante volte mi è sembrato di sentire che era così, che bastava un momento di calma, una carezza e qualche parola e lei stava bene, si rilassava, dava un calcetto leggero come per dire "Ok mamma, va bene così, non preoccuparti".
Fortunatamente è andato tutto bene, una bella gravidanza.
Un po' di pasticci miei e dei medici con la data di concepimento, con la data indicata dallo sviluppo della bambina e qualche giorno di ritardo che si è presa la piccola, ci hanno fatto attendere con maggiore ansia rispetto alla prima volta il suo arrivo. Ma ricordo che quando ho visto quella gocciolina di sangue che mi avvertiva che ero (probabilmente) pronta (e così era), mi sono lasciata andare. Più consapevole di un paio d'anni prima, sapevo che il mio corpo avrebbe seguito ritmi atavici, naturali e mi sono lasciata andare.
Magari a vedermi dall'esterno sembrava meno, ero anche un po' spaventata, ma sfido chiunque a mantenere una calma zen con le contrazioni! Oltretutto ho scoperto perché dal secondo parto in poi è tutto "più veloce": eh, le contrazioni sono tonanti!!! In due ore mi sono dilatata completamente con la bellezza di 50'' di contrazione ogni 4/5 minuti, ogni volta mi sembrava di essere strappata da dentro. Ma sapevo che andava bene così e che ogni passo mi avvicinava più a dare la vita a lei.
Il resto l'ho raccontato nel primo post, l'ostetrica bravissima, misurata, rispettosa, capace (la volta precedente erano almeno tre) e una collaborazione tra noi due fatta di gesti e movimenti alternati, velocissimi e indicazioni precise "Spingi", "Trattieni", "Vai bene così, bravissima", "No non ce la faaaaccioooooooooo!!!!!!!!" ecc ecc ma in 15 minuti tutto è accaduto.
Ora che ho ri-provato ne ho meno timore. Ora "so".

Di seguito una Gallery del pancione, poco cronologica perché il fotografo nei mesi precedenti era preso da molte altre cose e abbiamo recuperato sul fil di lana.





Chiudo con un Grazie ad Anita perché mi ha scelta come mamma, e Grazie alla natura rappresentata dal mio corpo, che mi ha permesso di godere una seconda volta di questa pazzesca opportunità. Spero ogni giorno di esserne all'altezza.

Giorgia

domenica 5 febbraio 2012

DUE IMMENSI ANNI E MEZZO: Auguri Amore!!!

Il mio piccolo il 2 febbraio ha toccato quota due e mezzo.
Doveroso dedicargli due righe di celebrità dato quel che sta passando da quando ha compreso che non sarebbe più stato figlio unico!
Per oggi tralasciamo dell'effetto che ha su di noi questa sua reazione...




E' piccolo ma grandissimo, energia pura, bastian contrario e tenero, generoso e onni-volente! A volte di fronte a certe prese di posizione commentiamo sconsolati che "chi non ha testa ha gambe" - detto veneto che viene meglio in dialetto, ma si capisce il significato - invece poi ci frega con una maturità emotiva e una capacità di fare fronte alle situazioni notevole. Vorrà dir qualcosa aver fatto pratica quando aveva nemmeno un anno.
O è una piccola roccia, e basta.

Auguri Gio. Mamma

giovedì 2 febbraio 2012

Wislawa

Ieri se n'è andata Wislawa Szymborska.

Questo il suo sorriso


Era, è, una poetessa di fama internazionale, era capace di scrivere cose come questa:

La cipolla


La cipolla è un’altra cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
Fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.

In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d’inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla – cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.

Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell’una ecco sta l’altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un’eco in coro composta.

La cipolla, d’accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.

In noi – grasso, nervi, vene,
muchi e secrezione.
E a noi resta negata
l’idiozia della perfezione.

ma anche

Scrivere un curriculum

Che cos'e' necessario?
E' necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si e' vissuto
e' bene che il curriculum sia breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di piu' chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perche'.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E' la sua forma che conta, non cio' che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

e questa, che mi ha sempre aperto dentro un baratro:

Addio a una vista

Non ce l'ho con la primavera
perché è tornata.
Non la incolpo
perché adempie come ogni anno
ai suoi doveri.
Capisco che la mia tristezza
non fermerà il verde.
Il filo d’erba, se oscilla,
è solo al vento.
Non mi fa soffrire
che gli isolotti di ontani sulle acque
abbiano di nuovo con che stormire.
Prendo atto
che la riva di un certo lago
è rimasta - come se tu vivessi ancora bella
come era.
Non ho rancore
contro la vista per la vista
sulla baia abbacinata dal sole.
Riesco perfino ad immaginare
che degli altri, non noi
siedano in questo momento
sul tronco rovesciato d’una betulla.
Rispetto il loro diritto
a sussurrare, ridere
e tacere felici.
Suppongo perfino
che li unisca l'amore
e che lui stringa lei
con il suo braccio vivo.
Qualche giovane ala
fruscia nei giuncheti.
Auguro loro sinceramente
di sentirla.
Non esigo alcun cambiamento
dalle onde vicine alla riva,
ora leste, ora pigre
e non a me obbedienti.
Non pretendo nulla
dalle acque fonde accanto al bosco,
ora color smeraldo,
ora color zaffiro
ora nere.
Una cosa non accetto.
Il mio ritorno là.
Il privilegio della presenza ci
rinuncio.
Ti sono sopravvissuta solo
e soltanto quanto basta
per pensare da lontano.

Secondo me il mondo ha meno senso, è meno bello, meno giusto ora.
Mi mancherà.

martedì 31 gennaio 2012

Ma come si fa

Ma le altre come fanno per aggiornare il blog?
Li legano? Li chiudono in bagno? In terrazzo?

Aaaaaaaaaaaaahhhhh!!!!

giovedì 19 gennaio 2012

Nevischio e strudel light

Stamattina nevischio, prima una pioggerellina ghiacciata e poi fiocchi un po' più grandi. Io e il papà di Anita perdiamo tempo scrivendo email agli amici, riordinando vestitini lavati, pupazzi e giocattoli perennemente sparsi per casa, coccolando la piccola tra una nanna e l'altra.
Oggi arriva una visita inaspettata, un'amica milanese dei tempi dell'Erasmus a Canterbury (UK), Camilla, di passaggio per Padova. Non ci vediamo da almeno tre anni, da quando cercavo lavoro nella comunicazione a Milano e mi avevano offerto 600 € mensili che nemmeno ci pagavo la stanza. (Rinuncia obbligata, così decisi allora).

Ho preparato uno strudel leggero leggero, seguendo la ricetta del libro di Michela De Petris,

Hansel e Strudel (Strudel di frutta secca)
versione rivisitata
300 g farina integrale (io ho fatto integrale, 00 e kamut perché non ne avevo abbastanza di nessuna delle tre)
1/2 tazza succo d'acero
latte di riso
granella di nocciole tostate e di noci (avevo solo noci e mandorle)
uva passa
albicocche disidratate o altra frutta a piacere (solo datteri! e mele fresche)
buccia di 1 limone (io ho usato buccia di arancia bio)
un pizzico di sale marino integrale
80 g olio evo (ma io ho usato metà olio e metà acqua tiepida)

Ho impastato la farina con il sale, metà olio e metà acqua tiepida, il succo d'acero e un po' di latte di riso. Ho aggiunto 1 cucchiaio di Mascobado. Ho lasciato riposare la pasta per un'ora. dopodiché l'ho stesa a rettangolo disponendola già sulla cartaforno e l'ho farcita con un pò di malto, la frutta e la granella di noci e mandorle.
Ho chiuso il rettangolo su se stesso, ho cosparso di semi di papavero e ho infornato per 20' a 180°.

Mi pare bello e spero sia anche buono.

Giorgia

mercoledì 18 gennaio 2012

10 giorni di Anita

Benvenuta Anita.
Dieci giorni fa, l'8 gennaio, alle 19.36, è nata la nostra piccola.
Un parto veloce, preceduta da un travaglio lampo, nemmeno due ore, abbastanza doloroso grazie a contrazioni molto forti ma molto "efficaci"!
Ad un certo punto l'ostetrica (bravissima) che mi ha seguita, Lia, ad un certo punto mi ha visitata e mentre ero stesa sul lettino ha detto "Ma sai che rimani qui a partorire?". E io: "No non sono pronta!". E ci credo, con Giovanni erano trascorse oltre dieci ore totali, non vedevo l'ora!
Invece mi sono totalmente affidata a lei e al mio corpo, che si muoveva secondo suoi ritmi, che io mi sforzavo di seguire con concentrazione e dolcezza, senza opposizioni. Non facile ma mi sentivo in sintonia con la mia bambina e il nostro obiettivo. Sapevo ci saremo arrivate assieme.
E Anita è nata, urlando a pieni polmoni prima del taglio del cordone, io avevo ancora gli occhi chiusi e ricordo che l'ostetrica ha detto "Giorgia se apri gli occhi vedi la tua bambina" e io ho pensato "Adesso lei è una realtà" e tutto ha avuto inizio.




Ora corro dalla pupa, ma a breve racconterò i nostri primi giorni!

Giorgia

mercoledì 4 gennaio 2012

Termine scaduto!

L'altroieri, il 2, sono scadute le 40 settimane. Attraversiamo tutti gli umori e tutti gli stadi di calore emotivo: estatici, preoccupati, meditabondi, disorientati, inteneriti, vogliosi di solitudine per ritrovare un po' se stessi, desiderosi di scherzarci su assieme ecc ecc. In tutto ciò il fratellino che non va al nido perché è chiuso per 2 settimane e ha energia da vendere (nido privato, vero, ma non era un servizio?!) ma ce la godiamo alla grande, coccole nel lettone, ore di giochi, tempo per la lettura e l'ascolto di parole inventate, per ballare, per travestirsi. Quante cose ci perdiamo a vederci così poco! Benedette vacanze, dopotutto.

Stamattina mi sono sentita meglio di altri giorni e ho insistito per fare due passi in città. Ci siamo arrivati alle 11.15, il tempo di inseguire i piccioni, di attraversare qualche piazza sgranocchiando biscotti secchi, di assaporare una delle poche uscite dopo gli oltre 10 giorni di malattia dentro casa.
La pancia mi rallentava, ma non si irrigidiva, me la sono proprio goduta.

Oggi ho pensato che Anita mi sta in realtà regalando questi giorni in più. Ho corso tanto negli ultimi tre anni e non sempre per cose belle (un giorno racconterò come e perché) e questa gravidanza lavorativa fino all'ottavo mese è stata tanto stancante.
La data saltata, il benessere di questa giornata, la prospettiva di una bella dormita stanotte, stanca perché finalmente mi sono data una mossa... sono giorni in più. Ricarico le pile dell'energia positiva e la mia piccola arriva con una mamma più serena, Giovanni si gode il mio sorriso, io mi sento in equilibrio. Quindi va bene così.

Chiudo ancora senza foto, ultimamente fatico a riordinarle.

A presto, chissà.