giovedì 8 marzo 2012

Ma che la Festa cominci davvero... : commento.

Ieri sera ero troppo di fretta ma volevo essere sicura che chi passava nel mio blog oggi (a proposito, c'è qualcuno?) avrebbe trovato qualcosa per l'8 marzo.
Non per la festa in sè, che è un pretesto, perché il valore della donna vale tutto l'anno, ovvio, ma perché se data ci deve essere che non scorra senza un commento, che sia da stimolo all'ennesima riflessione.

Innazitutto riporto il testo del post citato, per vari link rimando al blog.

Sarebbe bello che per questo Ottomarzo le cose andassero un po’ diversamente. Che per una volta non toccasse alle donne elencare di tutti i guai causati a questo Paese da un’irriducibile “questione maschile”: il monopolio, come lo chiama Chiara Saraceno, dei posti di potere, l’applicazione di cospicue quote non scritte (tra l’85 e il cento per cento) a favore degli uomini.
Sarebbe interessante che stavolta fossero i nostri colleghi giornalisti, opinionisti e blogger, a dire I care.
A scrivere: la violenza e il femminicidio sono un mio problema, e rivelano l’incapacità della sessualità maschile di liberarsi dalla tentazione del dominio.
Come posta un lettore, Claudio Losio, sul blog Il corpo delle donne, commentando la vicenda della ragazza stuprata da un militare a L’Aquila, «il quadro che ne esce ci riporta indietro di 30 anni, al documentario di Tina Lagostena Bassi sul processo per stupro. La giovane studentessa dell’Aquila è nostra figlia, dobbiamo trovare il modo di sostenerla e proteggerla».

I care: è un mio problema di uomo lo sfruttamento commerciale e mediatico della bellezza femminile, che indebolisce le donne inchiodandole a stereotipi umilianti.
È un mio problema che l’agenda politica e quella economica siano decise quasi esclusivamente da vecchi maschi che bloccano qualunque innovazione per il loro vantaggio personale.
È un mio problema la mancanza di welfare e di servizi, freno all’occupazione femminile e allo sviluppo.
È un mio problema l’eccesso maschile che sta danneggiando tutti, donne e uomini. E serve anche il mio impegno perché le cose cambino.
Sarebbe bello.

(...)

Postato in contemporanea da – Contemporaneously posted from:
Giovanna Cosenza, Femminile plurale, Ingenere, Ipaziaevviva, Marina Terragni, Lorella Zanardo.

Fine citazione.


Vero, sarebbe bello che per una volta la prima parola fosse maschile, e poi la seconda e la terza... Che non fosse necessario passare sempre sopra a tanti piccoli segnali di disattenzione, quando non di sopraffazione.

Ora che ho avuto una figlia, ma anche prima, che la prospettiva era di educare un maschio, mi sono chiesta qualche volta come farò, tra gli altri insegnamenti, a trasmettere loro la giusta misura della presenza femminile, la consapevolezza che i generi sono due ma per la terra siamo tutti uguali, che pari dignità significa che c'è posto tanto per me quanto per te e che le opportunità devono essere con-divise. A Giovanni vorrei fare capire che avrà di fronte un essere come lui e al tempo stesso diverso, a cui offrire il massimo rispetto, a partire dalle donne di casa. Ad Anita vorrei insegnare l'amore per se stessa come pietra di paragone per tutto: io l'ho imparato molto tardi e ho combinato qualche guaio per non averlo capito prima. E' proprio necessario avere coscienza del proprio valore e dei propri obiettivi per agire al meglio e realizzare se stesse.
Come fare? Non ne ho assolutamente idea. So solo che è ciò che ora credo giusto, quindi ci proverò.
Stamattina una cara amica, che sto scoprendo pian piano, nonostante la conosca da più di vent'anni, mi ha inviato questo messaggio sms:
"Vorrei che le donne avessero potere non sugli uomini, ma su loro stesse", Mary Wollestonecraft.
Leggendolo mi è tornata in mente la sensazione mille volte provata di sbandamento, di non avere punti di riferimento scelti da me, ma solo appresi dall'esterno. Ecco, vorrei che mia figlia e molte altre donne non dovessero provarla mai e che sapessero invece fare leva sulle proprie immense risorse.

E allora: Auguri a tutte le donne!

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