mercoledì 28 novembre 2012

Il PUNTO della situazione.

Non scrivo un post mettendoci più di 10 minuti da giugno. Da allora sono entrata in una specie di spirale di impegni e pianificazione degli impegni successivi che mi ha letteralmente risucchiata.
CASA. Abbiamo comprato casa. Qui non ci stiamo più e chiedendo di qua e di là soldi in prestito e con qualcosa che pagheremo in anni e anni e con una botta di c.. ops, fortuna! abbiamo trovato a un prezzo inferiore a quel che c'è in giro una casa che ha più di 50 anni, con tre stanze da letto, salotto e cucina separata ecc. E pure un po' di giardino W! Insomma, spazi che non se ne trovano più così. Da ripulire, ristrutturare, adattare alle nostre - sobrie - esigenze. Un impegno immenso, non solo finanziario.
Questo mi è costato oltre 1 anno di ricerche, prima con il pancione e un lavoro e un puccino a casa, poi con la pargola di poche settimane e veder case, su e giù per le scale e il puccino e la famiglia ecc. E capire come funziona l'acquisto, quali i pacchi che ti rifilano, la psicologia degli agenti immobiliare (categoria, devo dire, attualmente non ha proprio la mia stima), lo sconforto una due tre volte... Poi, come quando si racconta "avevo deciso di metterci una pietra sopra" l'ho notata. Vista, amata, rivista, valutata, tirata sul prezzo spudoratamente, acquistata. Ora mesi di lavoro e poi vedremo.
LUI. Questa casa, devo dire, mi è costata a livello di relazione con l'Orso non poco. Ancora non abbiamo delimitato le rispettive opinioni sulla cosa. Ancora non ho chiaro quanto l'abbia fatto per me perché, se è così che dice, in realtà si capisce che gli piace l'idea, che vorrebbe più spazio per i nostri bambini, per sè. Ma lui è uno che non si sposta, che non cambia, che non affronta le novità e le variazioni, ma che soppesa, riflette (rimugina), attende. A tratti troppo, e perde il treno. Io l'opposto. Per questo si è arrabbiato, ma non è che poi, ad acquisto fatto, ci ha messo una pietra sopra. No, sembra che abbia deciso di rimanere arrabbiato per sempre e ad ogni passo falso me lo ricorda. Non è un momento facile per noi e questo mi toglie molte energie e mi fa fare brutti pensieri.
Il momento non è facile ok, io non ho lavoro, nessuno se la passa bene e non si possono fare progetti alla leggera. Ma so che abbiamo fatto un passo coraggioso e che ce la possiamo fare, se ci crediamo entrambi. Nel sesno che ci sono le possibilità per farcela. Mi sento sola, in certi momenti. Da mesi.
B come BIMBI. I miei due gioielli stanno bene, raffreddore fotonico a parte. Sono splendidi, gioiosi, pieni di vita. Giovanni ha iniziato la scuola materna, non senza qualche patema, suo e nostro, con contorno di notti insonni. Ora va meglio ma la nascita della sorella ha scatenato in lui gelosie e paure e aggressività mai espresse, siamo stati per un po' di mesi straniati da questo nuovo figlio. Ora ci siamo un po' ripresi, ma la "gestione" è meno facile di un tempo. Stiamo reciprocamente imparando.
Anita ha 10 mesi: ancora no denti, no rotolamento, no gattoni, tantomeno passetti. In compenso ha mani e gambe fortissimi, sorriso radioso, velocità e attenzione vivissime. E mammite acuta. Credo che mi stupirà a scoppio ritardato.
ME + BILANCI. Credo che TUTTO il sottile doloroso malessere che ha accompagnato la fine dell'estate e questo autunno sia dipeso dalla mancanza di equilibrio. Non, solo, esistenziale, quello chissà se mai avrà fine, ma in questo mi sento nella norma. Intendo "equilibrio dentro", dato dall'avere preso una direzione, una maniera di esprimere me stessa soprattutto in quella cosa che occupa l'adulto medio perlomeno 6 ore al giorno: il lavoro. Il problema nasce qualche anno fa, quando ho scelto di studiare Lettere e poi di fare di testa mia e tentare di lavorare con la scrittura e l'organizzazione di eventi, ma soprattutto di essere troppo idealista e fiduciosa nelle persone e, ora mi rendo conto, troppo poco ambiziosa. Dopo le prime belle esperienze snobbate perché "io potevo fare di più" sono caduta - patapunfete! - sul mio sedere appena ho capito che le mie idee, il mio essere (presumibilmente) speciale, la mia bella faccia non mi sarebbero bastate per trovare lavoro. Una perfetta pollastra, per apostrofarmi con indulgenza. Mettici che nel frattempo ho deciso di avere Giovanni e poi, pure (schiaffo alla crisi) Anita ed eccomi sgonfia come una ruota bucata, a terra emotivamente quanto professionalmente. Ma chi ti vuole dopo i 30 anni, che tanto la Comunicazione la sanno far tutti ed è il primo ramo che un'azienda taglia, appena inizia ad avere problemi? E io mi sento, alla soglia dei 40, di avere sbagliato. Fiduciosa solo nelle mie capacità, poco capace di propormi con sfacciataggine, rifiutando l'insistenza, incapace di organizzare raccomandazioni, ho sentito, sento, tutto schiacciarmi. Rifiuto per regola di vita di rimpiangere e riandare con il pensiero a quel che "avrei potuto fare", ma ammetto che qualche volta negli ultimi mesi mi è accaduto e so che avrei potuto fare scelte diverse, ora meno stimolanti ma più formative, ora che richiedevano più studio e meno improvvisazione, che mi ha sempre dato tanta carica. Ma, nodi al pettine, si salva chi ha culo (scusate..), un aggancio, o è molto molto preparato. Io sono nello stato di un po' un po' e un po'.
Bilanci dolorosi. Sto cercando ti trarne forza, chiarezza mentale e determinazione per andare avanti a cercare.
E ADESSO... Da un paio di mesi sto collaborando con due associazioni, poche ore la settimana, una mi paga e una no, entrambe piccole ma vitalissime, chissà che ne uscirà. Per ora prendo poco, ma mi è servito per ripartire e misurarmi con la nuova me stessa (ogni figlio un piccolo terremoto e tutto è stravolto) e di nuovo con gli altri. Invio CV da mesi, con impegno alternato causa impegni familiari e di cui sopra. Da gennaio si parte con un piano d'attacco strutturato, qualcosa ne deve uscire. Fino pure a tornare a fare la cameriera, come quando avevo... la metà degli anni di adesso!
POST e COMMENTI. Ho scritto poco, a parte qualche eccezione, la più triste per Erica. Ho letto e saltuariamente commentato, in questi mesi, in altri blog. Soprattutto quelli che sono nell'elenco qui accanto ma non solo. Vorrei promuoverlo, il blog, ma il tempo stringe sempre e se devo scegliere tra un gadget o la partecipazione a qualche iniziativa e il cambio stagione degli abiti o la preparazione di una cena nutriente non ho dubbi. Eppure c'è chi legge. E a me fa sempre strano parlare a distanza con persone che magari mai incontrerò ma con le quali condivido tanto, in quel momento.
Ora Anita dorme, il pranzo è pronto, ieri ho lavorato tanto e poi mi son presa un po' di tempo per me. Ho aperto il blog, ho sbirciato questo post e sono arrivata qui e oltre ad avere scoperto il blog di un'amica con cui ho collaborato per la raccolta pro-Emilia (la rete è piccola ;-) ho letto come le avessi scritte io certe parole che descrivono un modo d'essere (Genti strane). Non di atteggiarsi, proprio d'essere. Il fatto è che sei così a 15 anni passi, a 25 e magari sei belloccia te la fanno passare. Ma a 40 no, non puoi più, è più difficile, te lo rinfacciano, a volte con cattiveria. Quando non sei tu a sentirti fuori posto e a dire "Ma cosa ho combinato fino a qui?".
Oggi ci ho voluto un po' credere e ho lasciato tutto quel che avevo da fare e mi sono raccontata. Non so se è proprio "il PUNTO della situazione" ma ora mi sento più libera di raccontare il quotidiano da oggi in poi. I mesi trascorsi erano troppo pesanti per non essere ricordati qui e mi tiravano giù come un'ancora.

2 commenti:

  1. Ha che bel blog..anche la mi piccola ha dieci mesi credo che ripassero a leggerti..ciao

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  2. Grazie del commento, è il primo dopo tanto tempo e sono andata a vedere il tuo blog.
    Ci tornerò anch'io, tempo - poco - permettendo.

    :-) G

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