Ho tenuto diari per anni, in adolescenza, poi non ce l'ho fatta più, a raccontare me stessa. Qualcosa era cambiato.
Ma quelli a venire sono stati gli anni in cui finalmente ho tirato fuori quel che ero, che sono, che vorrei essere (non dico d'esserci riuscita ma ho intrapreso il cammino!).
Scrivere era però ora mi sembrava uno sforzo quasi di violenza, che mi sono imposta per poco. Non riuscivo a condensare ciò che provavo nelle parole, la vita mi scorreva attorno troppo veloce, dopo anni di osservazione "da fuori" (Daniela, amica persa per strada, una volta ha detto che io mi esprimevo "in terza persona", descrizione molto azzeccata).
Non so cosa sia cambiato ora, certamente i figli sono un buon modo per dare il ritmo, per me sono stati una cura disintossicante. Giovanni mi ha riportata alla base, all'ascolto delle mie necessità, a seguire quel che meglio mi rappresenta, in ogni ambito, emozioni scelte percorsi legami...
Forse per questo riesco a scrivere un po' in questo blog aperto più per curiosità che per altro. Mi dispiace avere poco tempo per farlo, pochissimo, la giornata scorre 7 - 22 (più poppate notturne) senza sosta. E lascio anche qualche riga in un diario di carta, come ai vecchi tempi.
In questo momento: ri-mamma da poco più di due mesi, ri-disoccupata da poco più di uno (scaduto il tempo determinato, Monti come fai a dire che l'indeterminato è noioso? lo sarà per chi può scegliere...), in cerca di una micro-casa meno micro di quella in cui stiamo (senza un'idea di come pagarla ma da qualcosa partiremo), quasi completamente dedicata nell'ordine: ai bambini, alla gestione della casa, alla famiglia in generale, al marito, a me al mio presente e al mio futuro se avanza tempo.
Ma felice, pur con tutti i problemi di salute, di soldi, di futuro sono felice. Perché ora partecipo alla mia vita, non rimango a guardare le cose da fuori.
Quest'anno sono 39, a settembre. Dicono che io non li dimostri e credo un po' sia vero, ma me li sento, pesanti. Ma è una pesantezza dolce, di esperienza e passione, molti errori e ferite, ma mia e non me la toglierà mai nessuno.
Solo una cosa rimpiango un po'dell'infanzia: la fiducia immensa nel futuro.
Lascio una foto di me, bimba di 5 anni credo, con mio fratello. Ai piedi le scarpe ortopediche, i riccioli ribelli, la fierezza davanti al fotografo.
In questo modo partecipo anche al Rovinarsi crescendo Day
Ciao e buona vita!
Mannaggia. Quelle dannate scarpe ortopediche!!
RispondiEliminaSiete uno spettacolo!! Grazie...
Grazie a te che hai lanciato questo tenerissimo appuntamento. Sembra un secolo fa... Ciao!
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