mercoledì 2 maggio 2012

Un altro blog: Il regno di Op

Sveglia dalle 6, ancora in camicia da notte, Anita dopo la poppata si è addormentata, Gio al nido e il papà al lavoro.
Ho certo poco tempo, ma una scorsa al blogroll mi da l'occasione di iniziare a scrivere due righe su ognuno dei blog che seguo.

Non è il primo inserito, ma certo uno dei più "forti" da seguire.

Il regno di Op sta per Oncologia Pediatrica. E già qui una stretta allo stomaco.
Ricordo di avere iniziato a leggerlo con curiosità priva di morbosità e un grande timore. Mamma di bimbi piccoli non vado in cerca di quel che potrebbe accadere loro, già mi faccio troppi problemi nel quotidiano, senza ansietà ma consapevolezza.
Lo scrive una mamma, giornalista, persona sensibilissima e intelligente. Al suo bambino all'età di un anno e mezzo è stato trovato un tumore, allo stomaco. O, come scrive lei, è rimasto "intrappolato nel regno di Op". E di questo regno lei descrive l'aspetto, le dinamiche, ma soprattutto le emozioni e le avventure. E non ci sono fronzoli, ovvio, non è una sede e non è una condizione per mezze misure.
Mi sono chiesta con franchezza se lo leggo per dirmi poi un consolatorio "c'è sempre una situazione peggiore", ma mi sono scoperta più forte dei miei timori. Parole così semplici e affilate e pregne mi sembrano le uniche che possono spiegare come affrontare una tale esperienza, dopo - immagino - avere molto pianto, e - immagino - essersi chiesti "Perché, perché, perché a lui???". Forse ognuno di noi farebbe così oppure no, ma leggere queste parole dà una speranza sulla forza che potremmo trovare ognuno dentro di sè.
Circa dieci anni fa, da volontaria A.V.O. ho trascorso per quasi un anno la domenica mattina in ospedale, pediatria. Un reparto generico, varie malattie. Facevo giocare e giocavo con i bambini, perlopiù piccoli. Essendo domenica c'erano quasi sempre i genitori. Ero più giovane, carica, idealista. Ogni giorno me ne tornavo a casa con un carico pazzesco di emozione, ma nulla a che vedere con quello che provo ora, che sono madre.

Grazie mamma Paola (e al papà) e un mare di amore al tuo piccolo Angelo.

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