sabato 20 aprile 2013

Due mesi come duecento...


I piccoli dormono ancora, velocissima incursione con il timore di sentire l'urlo del risveglio da un momento all'altro.
Due mesi velocissimi e al tempo stesso eterni.
Sono stanca e sfiduciata: la nuova casa, la mia relazione sentimental-matrimoniale, le prospettive lavorative, le amicizie, la siuazione mondiale ma anche locale. Uno schifo.
No, non sono catastrofista, ne sono successe troppe tutte insieme e purtroppo in parte me le sono cercate quindi da brava formichina (non sono capace di essere cicala, lo sto capendo e ci tornerò) cerco di capire dove ho sbagliato e rimediare ma nulla sembra spostarsi, come un maciglio tutto grava.
Per la casa ci siamo fidati di un amico, architetto, con cui le cose non stanno andando nel verso migliore causa aumenti di costi (suoi e non solo) e tensioni a non finire. Dico solo che mi sono fatta una settimana di antinfiammatori più massaggio per sbloccare una tensione al collo e spalle e braccio sinistro che non mi faceva dormire. Ora è passato allo stomaco. Le cose avanzano lentamente e non siamo certi che vadano bene, ma la situazione è talmente tesa che si fatica anche a fare domande esplicite. Vedremo.
Intanto i soldi vanno, bonifico dopo bonifico paghiamo i lavori e il mio, di lavoro, non arriva. So della crisi mondiale e italiana ma mi preoppupo della mia realtà: sono ormai troppi mesi che raggranello poche ore la settimana con una specie di volontariato in un'associazione, di più non salta fuori. L'angoscia mi blocca il respiro e mi fa sragionare e se non ci fossero i bambini non so dove sarei finita. Le ore a casa con i piccoli non riesco a viverle come una scelta, ma mi pesano perché non so come andare avanti, mi sento esclusa dal mondo del lavoro. Sarà anche un punto di vista, ma per ora è molto forte. Non mi dilungo su questo perché non mi lamento con gli amici, figurati su un blog, ma è nera, nerissima.
E il mondo va alla rovescia: attentati, femminicidio, pedofilia, ruberie, denutrizione, incapacità di eleggere un Presidente, scandali e menzogne e molto altro. Che brutta razza siamo noi esseri umani.
Il mio compagno di vita (?) diciamo che non è uno che reagisce bene alle grandi crisi, o, meglio, a quelle che ritiene siano responsabilità di altri. E scarica tensioni e rabbia contro i presunti responsabili, cioè me. Anche qui non aggiungo altro, è storia di tanti altri e di tutti i giorni, ma fa male. I sogni, le speranze, il sentimento profondo, non trovano sfogo ma nemmeno ascolto. Tante relazioni crescono dalle crisi e forse accadrà anche a noi, ma mi chiedo se ogni giorno perso non sia un errore grande, ogni sorriso mancato non sia una perdita. Mi sento sola.
In questo periodo-deserto mi tengono in piedi i piccoli, qualche amica e amico, la tenacia (o meglio il ricordo della mia tenacia...), il tran tran quotidiano e un lumicino di speranza che spero non si spenga.

Chiudo con un sorriso stanco e mi dedico alle consuete amate/odiate faccende domestiche.